Le radiazioni ionizzanti
Vengono definite ionizzanti le radiazioni derivanti da raggi ultravioletti, raggi X e raggi gamma oppure generate da fenomeni radioattivi che, dotate di un’energia elevata (superiore a 12 eV), sono in grado di rompere i legami molecolari delle cellule ed indurre mutazioni genetiche. Tra essi si possono annoverare il Radon 222, Gas Radioattivo Naturale incolore, estremamente volatile generato da alcune rocce della crosta terrestre che, decadendo, emette radiazioni di tipo alfa, nonché i minerali con concentrazione variabile di radiazioni: dai marmi, ai travertini alle arenarie a minor concentrazione fino ai materiali di origine vulcanica ad elevata presenza di ionizzanti.
Il radon
Il radon si può trovare nelle rocce d’origine vulcanica quali tufi, porfidi, graniti, pozzolane, in alcune argille e gessi. In Italia i materiali lapidei maggiormente radioattivi sono la lava del Vesuvio, la pozzolana, il peperino del Lazio e il tufo della Campania.
La presenza del radon si può riscontrare anche in materiali da costruzione ricavati dal riciclo di materiali contaminati, quali i cementi e le ceramiche prodotti con scorie di alto forno, i mattoni prodotti con fanghi rossi (scarti della produzione dell’alluminio), i cementi di origine pozzolanica. Risulta evidente che tanto più i materiali saranno suddivisi, tanto più facilmente rilasceranno gas radioattivi.
Per quanto concerne i danni da esposizione a radiazioni ionizzanti, la funzione più facilmente danneggiabile è quella riproduttiva (gonadi), in quanto il patrimonio genetico può essere danneggiato dalla esposizione a radiazioni. Le parti dell’organismo più aggredibili sono, invece, il midollo osseo, in quanto le cellule del sangue sono molto sensibili a questo tipo di radiazioni, e la pelle, che può essere danneggiata degenerando in malattie neoplastiche.